giovedì 7 dicembre 2006

Gustav Klimt, Giuditta I , 1901


Come promesso ora parleremo del grande pittore Gustav Klimt, pittore che come pochi altri è riuscito a rappresentare tutte le sfaccettature della donna...

Il quadro è la prima versione del soggetto «Giuditta» che Klimt realizza, ed è considerata come la prima opera del periodo aureo. Da questo momento in poi, per circa un decennio, l'uso del colore oro diviene uno dei tratti stilistici del Klimt più noto. Il soggetto è ovviamente una rivisitazione della storia biblica di Giuditta, protagonista della vicenda che la porta a tagliare la testa del generale Oloferne per vincere l'assedio in cui era tenuta la sua città. Il soggetto è stato sempre utilizzato quale metafora del potere di seduzione delle donne, che riesce a vincere anche la forza virile più bruta. In clima simbolista la figura di Giuditta si presta ovviamente alla esaltazione della «femme fatal» quale simbolo di quella esasperazione dell'eros che giunge a confondere i confini tra amore e morte. L'immagine ha un taglio verticale molto accentuato con la figura di Giuditta, di grande valenza erotica, a dominare l'immagine quasi per intero. La testa di Oloferne appare appena di scorcio, in basso a destra, tagliata per oltre la metà dal bordo della cornice. Da notare la notevole differenza tra gli incarnati della figura, che hanno una resa tridimensionale, e le vesti, trattate con un decorativismo bidimensionale molto accentuato. La splendida cornice in rame sbalzato, anch'essa in chiaro stile «secessione viennese», fu realizzata da suo fratello Georg, scultore e cesellatore. Interessante è notare il collarino di Giuditta che si fonde e confonde con lo sfondo, fino a far apparire la testa della donna come sospesa nel vuoto...Forse una piccola vendetta di Klimt alle donne? Voi cosa ne pensate?

Filippo Lippi Salomè 1452-65
Affreschi dell'abside centrale - Cattedrale di S. Stefano - Prato






AUBREY BEARDSLEY
disegnatore, illustratore e scrittore inglese (1872-1898). Anticipatore del gusto liberty. Nel 1894 fornì i celebri disegni per la Salomé di Oscar Wilde.

GUSTAVE MOREAU "L'apparition"
Pittore Francese, 1826-1898 - Simbolismo

In questa versione la Salomè è resa da un disegno fine e da brevi inserti di colore che denotano la veste leggera e preziosa, così come leggero è il passo di danza sulle punte dei piedi. Prevale la vivace cromia dell'ambiente esotico, delle decorazioni musive, delle colonne, dei capitelli e della bifora di fondo, sul bianco della figura che sembra un'apparizione meravigliosa e lucente, scaturita dal sogno questa versione si concentra sul potere seduttivo della figura di Salomè che, mediante il movimento sinuoso del corpo decorato di raffinati e simbolici tatuaggi, invoca la testa del Battista. Gli altri personaggi, così come l'ambientazione esotica del palazzo di Erode, sono relegati in un piano inferiore, diventando lo sfondo oscuro e misterioso nel quale si attua la terribile richiesta.
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Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi,
Giuditta taglia la testa ad Oloferne, 1618-1620 c., Firenze, Palazzo Pitti

La serie dei dipinti dedicati alla decapitazione di Oloferne sembra proporre una sorta di crudele ripresa in diretta di questo atroce spettacolo di morte; l’impaginazione del dipinto concede molto al gusto teatrale: il letto diventa un ideale palcoscenico della vendetta.



....SALOME’ CHI SEI?
Nome: Salomè
Opera/e in cui ha vissuto: Vangelo di Matteo, "Salomè" di Oscar Wilde

Luogo di provenienza letteraria: Palestina

Brevi notizie biografiche
: Nel vangelo di Matteo "Salomè" non è ancora tale: non viene citato il suo nome. E' un mero strumento nelle mani di sua madre, che la convince a incantare suo marito (Erode) con una danza per ottenere la testa di S. Giovanni Battista. Nell'opera di Wilde, estremamente decadente, Salomè è una vergine che s'innamora della castità di S. Giovanni, impazzisce per questo amore torbido e perverso, seduce deliberatamente il suo patrigno contro, stavolta, il parere della madre per ottenere la testa di S. Giovanni, per un necrofilo bacio alle sue labbra di morto. Il suo padrino, terrorizzato dalla sua follia, la fa uccidere.

Caratteristiche: Salomè è vittima dapprima di una seduzione involontaria da parte di S. Giovanni. Lei è ancora vergine, ma figlia del peccato (Erodiade, madre di Salomè, era sposata con il fratello di Erode) e destinata ad esso. Prova un terrore-fascino immediato per quell'uomo che rappresenta il Bene, che riesce a non farsi scalfire dal suo potere di donna che uccide invece un personaggio minore che per lei si suicida. Salomè, presa da una follia inebriante usa la seduzione del suo corpo e della danza dei sette veli per soggiogare al suo volere il suo patrigno. Si sente vincitrice, perché possiede materialmente la testa di S. Giovanni su un vassoio d'argento. E' suo, ne ha fatto ciò che ne voleva. Può finalmente baciare come desiderava le sue labbra. E' totalmente schiava del suo desiderio e non c'è traccia di razionalità in lei, eccetto che nella pianificazione della danza per ottenere la testa di San Giovanni. La sua anima è una luna torbida e cangiante, che si tinge di rosso....

Salomè nell'arte

La storia di Salomè

La vicenda di Salomè appartiene alle storie di Giovanni Battista e, in particolare, all'episodio della decapitazione.
Il Battista aveva pubblicamente disapprovato il comportamento del re Erode Antipa, figlio del famoso Erode che ordinò la strage degli innocenti. Il sovrano aveva infatti sposato Erodiade, moglie di suo fratello Filippo.
A causa di queste accuse, Giovanni fu messo in prigione. Durante un banchetto accadde che Salomè, figlia di Erodiade, si esibisse in una danza sensuale, incantando Erode. L'entusiasmo del re fu tale che egli promise alla fanciulla di esaudire ogni suo desiderio.
Fu così che Salomè chiese in dono la testa di Giovanni Battista. Di fronte alla promessa fatta alla figliastra, per quanto spaventato, Erode dovette cedere e fece decapitare Giovanni.
Nell'iconografia questo soggetto è reso comunemente con il tema del banchetto di Erode: la scena mostra Salomè, a volte ancora impegnata nella danza, e alcuni suonatori di flauto o tamburello. Il carnefice sopraggiunge con un vassoio sul quale è poggiata la testa del Battista